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The Elder Scrolls IV: Oblivion
(Xbox360) -
RECENSIONE
SENZA SPOILER
Può un videogioco offrire una tale libertà d’azione
da risultare spiazzante? Credevo non fosse possibile. Ma poi mi
sono imbattuto in Elder Scrolls IV: Oblivion.
Uscito nel 2006 come quarto episodio di una serie (Elder Scrolls)
che ha ottenuto il suo buon successo su PC, questo RPG –
dalla più classica ambientazione fantasy – fu una
scelta quasi obbligata, quando finii Fallout 3 alla fine dell’estate
2009. Era infatti prodotto da Bethesda Softworks (come il mio
gioco preferito, Fallout appunto, che ne condivideva anche il
motore base) e ne avevo letto lusinghiere recensioni.
Il primo impatto è stato segnato dall'età del gioco:
la "regressione" in termini di grafica ed accessibilità
dei menu è evidente. Inoltre solo l'introduzione è
stata doppiata in italiano, tutti gli altri dialoghi sono in inglese.
Vista l'introduzione – che racconta di come l'impero dell'attuale
sovrano sia minacciato dalle forze oscure provenienti da Oblivion
– si fa immediatamente ora di creare il personaggio. Le
razze selezionabili sono diverse ed ognuna con le sue caratteristiche
precise, e bisogna dire che rispetto a Fallout 3 le possibilità
di personalizzazione dell'aspetto del nostro avatar sono un pochino
più approfondite (potendo ad esempio scegliere l'età
del personaggio), anche se non di molto.
Il nostro alter ego si ritrova nelle carceri del palazzo imperiale
(non sappiamo perchè), e dopo poco l'Imperatore in persona
– in fuga a causa di un tentato assassinio – ci confessa
di averci sognati e di sapere che saremo determinanti per il destino
dell'impero. L'imperatore di li a poco sarà infatti ucciso
da alcuni "demoni", e noi saremo incaricati di trovarne
il figlio segreto e di proteggerlo ed aiutarlo fino a quando le
forze del male non saranno sconfitte e ricacciate nel loro regno
malefico, attraverso la riaccensione di particolari fuochi sacri.
Questa è in breve la trama della quest principale, ma come
accennato la libertà d'azione è di proporzioni epiche,
e le quest minori sono decine.
Fin dalle prime battute di gioco si può apprezzare quanto
il mondo di questo RPG sia stato creato con cura e notevole profondità:
la mappa di gioco è sconfinata e quasi tutte le location
principali sono spettacolari.
Come in ogni RPG si accumuleranno punti esperienza per "crescere"
il nostro avatar, ed in questo campo troviamo la prima caratteristica
che distingue Oblivion dagli altri RPG (soprattutto da quelli
giapponesi). Come accennato infatti ogni razza ha le sue caratteristiche
di base (i Kajiit – dei felini umanoidi – sono veloci
e sfuggenti, mentre i Nord – umani del... nord – sono
fortissimi ed invulnerabili al freddo), e scelta questa dovremo
anche scegliere qual'è il nostro "segno zodiacale
guida", che determinerà le specializzazioni e le abilità
principali del nostro personaggio. Sarà attraverso le abilità
principali che sarà possibile far aumentare di livello
l'avatar, quindi è fondamentale scegliere un segno zodiacale
che corrisponda al nostro modo di giocare, altrimenti far progredire
il personaggio sarà dannatamente difficile. In parole povere,
se tra le nostre abilità maggiori ci sarà l'uso
di armi contundenti (mazze e martelli), utilizzandole guadagneremo
non solo gli exp necessari a migliorare l'abilità stessa,
ma anche exp che aumentano il livello dell'avatar. Ad ogni passaggio
di livello sarà possibile incrementare le caratteristiche
del personaggio, come la forza, la velocità, l'intelligenza,
ecc.
È un sistema un pochettino più complesso di quello
a cui potreste essere abituati, ma piuttosto funzionale.
Comunque, una volta usciti dalle segrete del palazzo imperiale,
cominceremo la nostra nuova vita come abitante di Tamriel (questo
è il nome della terra in cui si svolge Oblivion). E sebbene
si percepisca nettamente che siamo di fronte ad un gioco favolosamente
realizzato – senza dubbio uno dei migliori RPG disponibili
su console – è proprio adesso che incominciano i
cavoli amari. Perchè le possibilità che abbiamo
sono talmente tante che ci si ritrova un po' smarriti. Certamente
è possibile seguire la quest principale subito (unico punto
di riferimento che abbiamo) ma visto che siamo praticamente "in
mutande", francamente dubito che allontanarsi dalla città
immediatamente possa sembrare una buona idea.
La sensazione di smarrimento, purtroppo, resta anche col progredire
del gioco, e non so spiegarne il perchè. In Fallout 3 non
ho mai provato nulla di simile, ed anche durante le esplorazioni
più lunghe e meno "mirate" mi sembrava comunque
di avere le idee sempre chiare. In Oblivion invece ho spesso provato
la sensazione che tutto fosse un po' troppo... troppo... beh,
semplicemente "troppo". Ci sono centinaia di location
da trovare e da esplorare, cosa che può lasciare al giocatore
(a me l'ha lasciata...) la sensazione di essere soverchiati dalla
quantità di roba da fare e da vedere.
Si possono trovare centinaia di oggetti ed armi incantate diverse,
e ci vuole un bel po' a comprendere che sono poche quelle ad essere
davvero utili, quindi per gran parte della partita ci si ritrova
sovraccarichi di chincaglierie.
Per quanto poi la grafica sia sinceramente piacevole (una delle
nature meglio ricreate che io abbia mai visto in un videogioco),
ed a tratti il paesaggio si riveli spettacolare, la caratterizzazione
dei luoghi non è il massimo e non è molto facile
capire dove ci si trova esattamente senza l'aiuto della mappa.
Paradossalmente, per quanto il paesaggio fosse arido ed apparentemente
monotono, in Fallout 3 questo "smarrimento" non avveniva
mai: era quasi sempre sufficiente dare un'occhiata in giro per
capire con buona approssimazione dove ci si trovava.
I boschi di Tamriel per quanto belli si somigliano un po' tutti,
così come tutte le location minori (città elfiche,
villaggi, rovine, ecc). Questa certa mancanza di caratterizzazione
diventa addirittura seria monotonia quando si parla di interni.
Infatti ci sono solo 4 tipi di ambienti da esplorare: miniera,
fortino abbandonato, rovine elfiche e piano di Oblivion. Per quanto
le piantine siano sempre diverse, questi 4 ambienti non variano
mai: tutte le miniere si somigliano, tutti i fortini sono uguali,
tutti i piani di Oblivion hanno lo stesso aspetto.
All'inizio del gioco non ci si fa troppo caso, ma visto che il
numero di location è – come detto – altissimo,
dopo poco l'effetto monotonia si fa un problema, e può
capitare di perdere del tutto la voglia di cercare ed esplorare
nuove location. Forse per me questo difetto è accentuato
perchè non sono particolarmente amante del fantasy, ma
sono convinto che chiunque prima o poi arriverà ad annoiarsi
nel vedere sempre le stesse cose.
Certo le location principali – quelle coinvolte nelle quest
importanti – sono caratterizzate piuttosto bene, ma è
la moltitudine di luoghi generici che lascia veramente perplessi
per mancanza di differenziazione. Forse il numero è troppo
elevato, col rischio di mettere in discussione la credibilità
del mondo di Oblivion: anche se fantasy, trovo esagerata la densità
con cui sono state posizionate grotte, miniere e città
elfiche in rovina. Meno location più caratterizzate e difficili
da trovare sarebbe stato sicuramente meglio.
Come accennato le quest sono tantissime. Le più importanti
sono discretamente appassionanti e generano "fama" tra
gli NPC (cioè gli NPC parleranno di noi e ci conosceranno
per le nostre gesta), ma quelle minori che costituiscono il grosso
delle missioni, purtroppo bene o male si somigliano tutte (di
solito si tratta di recuperare un certo oggetto per un certo personaggio).
A mio parere poi c'è anche un certo problema di identificazione
con l'avatar: per quanto infatti sia possibile essere quello che
si vuole – dal mercante al guerriero, passando per il vampiro
e l'assassino – ci si rende conto che la libertà
decisionale è piuttosto fumosa, ed a volte si è
costretti a risolvere situazioni in modi che non ci piacciono.
Tecnicamente parlando la grafica è più che sufficiente,
ed esibisce un ampio orizzonte ed effetti di luce anche notevoli.
Però presta il fianco con un paio di difetti piuttosto
seri: una buona dose di effetto pop-up (a volte con intere montagne!)
ed una fluidità non costante, con una certa scattosità
che si manifesta di solito quando si lancia al galoppo il cavallo
(utile per i lunghi spostamenti).
Il gioco sembra insomma avere qualche difficoltà di caricamento
della mappa, e la scritta "caricamento area..." sarà
una compagna fedele delle vostre avventure, sia in esterni che
in interni.
L'IA che muove gli NPC non è proprio una favola, soprattutto
quando si tratta di combattere. Per esempio non capita raramente
di vedere nemici che si gettano nel vuoto dei burroni mentre combattono,
ma la cosa più fastidiosa in assoluto riguarda la routine
che governa i seguaci, ovvero gli NPC amichevoli che a volte ci
seguiranno in alcune quest. Durante i combattimenti questi si
frappongono sistematicamente tra voi ed il nemico, col risultato
di impedirvi di far fuori i cattivi o, peggio, di subire i vostri
stessi colpi.
Il comparto sonoro è ricco e ben fatto per quanto riguarda
i rumori, mentre non mi ha per niente convinto la colonna sonora
musicale. I brani per orchestra, in puro stile epico fantasy,
sono secondo me privi di carisma e piuttosto ripetitivi, al limite
del fastidioso. Sono stato tentato di disattivare la colonna sonora
diverse volte, ma ho sempre desistito in quanto la musica costituisce
l'unico modo per sapere di essere stati individuati dai nemici
(ovviamente per saperlo prima che ci arrivi in testa una scure...):
quando parte il tema della battaglia, sapete di essere nei guai.
La localizzazione in italiano del gioco a volte lascia a desiderare:
non solo non è stato doppiato, ma basta masticare un po'
di inglese per capire che i dialoghi sono stati tradotti con una
notevole approssimazione, e non capita di rado di leggere nei
sottotitoli degli autentici strafalcioni.
Ma se devo dire la cosa che in assoluto mi ha più infastidito
di Oblivion, devo puntare il dito contro l'eccessiva quantità
di nemici presenti nella mappa. Praticamente non ci si può
movere liberamente senza essere attaccati ogni trenta secondi
da qualche Troll, Orso, Puma, Bandito, eccetera. Le vostre esplorazioni
saranno costantemente interrotte da nemici che servono solo a
dare fastidio (è infatti molto semplice averne ragione,
anche all'inizio del gioco), e che praticamente non si possono
evitare: mancando un radar che ne segnali la presenza in anticipo,
è matematico andare a sbatterci contro. Quindi il tema
della battaglia partirà più spesso di quanto non
vorreste sentirlo...
Non che i combattimenti – in tempo reale – siano poco
divertenti, è semplicemente poco divertente dover menare
due colpi di spada al solito rompiballe più o meno ogni
trenta secondi.
Ora, praticamente ho solo parlato male di questo Oblivion, e quindi
penserete che sia un pessimo prodotto. Ma non è così:
è un gioco ottimamente realizzato, che però probabilmente
paga il fatto di essere stato largamente superato da Fallout 3,
suo diretto discendente decisamente più raffinato e perfezionato.
Se siete amanti del fantasy probabilmente non c'è scelta
migliore di Elder Scrolls IV: Oblivion. Ma se siete semplicemente
amanti dell'RPG e – magari – come me non siete particolarmente
fanatici del fantasy, buttatevi direttamente su Fallout.
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