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Dragon Age 2 (Xbox360)
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RECENSIONE
SENZA SPOILER
Io ed il fantasy non siamo amici fraterni. È un genere
che tendo a guardare con distacco, anche se non c'è una
ragione particolare: è una specie di antipatia a pelle.
Semplicemente, il fantasy non mi coinvolge quanto la fantascienza.
Per questo sono rimasto piacevolmente sorpreso constatando quanto
mi sono piaciuti Fable 2 (di cui parleremo magari un'altra volta)
e soprattutto Dragon Age 2.
Dragon Age 2 è senza dubbio la miglior sorpresa nel campo
dei videogiochi che ho avuto nella mia "carriera": essendo
diventato un fan dei titoli Bethesda, tendevo a guardare con diffidenza
il differente stile della Bioware, ed ammetto che mi sono –
in parte – dovuto ricredere. Andiamo con ordine.
GRAFICA - 8.5
L'impatto visivo di DA2 è contrastante. Globalmente la
grafica è notevole, generalmente fluida e più che
piacevole. Gli sprite sono ricchi di poligoni e favolosamente
modellati. Se questo è vero per praticamente tutte le creature
che popolano quel mondo fantastico (golem, prole oscura, draghi,
ragni giganti, non-morti, ombre, vantano tutti un disegno interessante
e caratteristico), il meglio viene con i personaggi principali
e secondari (le comparse invece sono "prodotte in serie"
e del tutto anonime, ma non lo si può considerare un difetto),
tutti dotati di carisma da vendere e soprattutto di ottime animazioni
facciali che li rendono davvero espressivi (cosa che invece mancava
quasi del tutto nei titoli Bethesda per next-gen… staremo
a vedere se in Skyrim avranno rimediato), vantando una "recitazione"
più che efficace nelle scene di dialogo; e non sarebbe
potuto essere altrimenti, vista l'importanza che queste scene
hanno nel gioco, come vedremo.
Anche le armi, le armature e le vesti sono tutti sapientemente
disegnati, e bene o male sarà sempre possibile trovare
oggetti che soddisfino i nostri gusti ed al contempo si dimostrino
efficaci in battaglia. In questo campo Dragon Age si lascia Oblivion
e le sue armature "zingare" letteralmente anni luce
indietro, almeno secondo i miei gusti.
Modellare il nostro protagonista Hawke per renderlo aderente al
nostro gusto o alla nostra idea di come dovrebbe essere è
possibile grazie ad un editor soddisfacente e di semplice utilizzo,
che però non si rivela approfondito come quello disponibile
in Oblivion o in Fallout 3: l'editor di Bioware infatti si basa
quasi esclusivamente su tratti somatici pre-costruiti (tot tipi
di occhi, tot tipi di nasi, tot tipi di bocca, ecc), invece di
fornire al giocatore la possibilità di plasmare il viso
dell'eroe a piacimento attraverso valori numerici. Il sistema
Bethesda è più approfondito ma anche più
difficile da padroneggiare; il sistema Bioware è di più
facile accesso ma fornisce in qualche modo risultati standardizzati.
La grafica di Dragon Age 2 può vantare anche un ottimo
motore luci, in grado di rendere le atmosfere in modo eccellente
soprattutto negli ambienti illuminati a giorno, mentre invece
tutto risulta leggermente più piatto di notte.
Detto dei pregi, parliamo dei difetti. Le animazioni dei personaggi
sono eccellenti durante le fasi "attive" del gioco (esplorazione,
battaglia), e la cosa salta agli occhi soprattutto se si è
abituati alle "assi da stiro" che normalmente si muovono
negli universi Bethesda (chi non ricorda ancora con orrore la
camminata da scaricatore di porto delle donne di Oblivion? Brr!).
Per questo si resta perplessi al primo filmato quicktime o alla
prima scena di dialogo. Infatti se è vero che in queste
scene è possibile apprezzare una regia efficace e gustarsi
la bellezza dei personaggi grazie alle inquadrature ravvicinate,
è altrettanto vero che non si può non notare che
i personaggi femminili – tutti – non si muovono affatto
come donne. La cosa risulta ancor più strana se si pensa
che le animazioni – in quelle fasi – sono state realizzate
con il motion capture.
Le prime volte si alza il sopracciglio quando la nostra bella
Hawke (se la si è scelta donna) o la… ehm…
gnocchissima Isabela recitano palesemente come uomini, camminando
con le gambe larghe e persino restando ferme in piedi con le braccia
leggermente divaricate, in un atteggiamento tipicamente mascolino.
Alla Bioware non avevano una femminuccia da motioncatturare? Boh.
Ma il difetto più grande della grafica di DA2 sono gli
ambienti. Forse nel tentativo di evitare i barocchismi che spesso
affliggono i fantasy, o forse dovendo risparmiare i poligoni utilizzati
invece sui personaggi, gli ambienti di questo gioco appaiono quasi
tutti piuttosto poveri, monotoni. Attenzione, non ho detto affatto
che sono brutti, anzi. È solo che tutto tende a passare
bene o male inosservato, a parte qualche rara eccezione. E questa
povertà di carisma negli ambienti salta ancor più
agli occhi in considerazione del fatto che gli ambienti secondari
si ripetono uguali a loro stessi con allarmante frequenza…
SONORO - 7.5
DA2 dispone di un ottimo accompagnamento musicale, notevolmente
migliore di quello frantumaballe di Oblivion: si tratta del più
classico esempio di colonna sonora ben fatta, non si fa notare
prevaricando sulle immagini ma commenta efficacemente gli eventi.
Eccellenti anche gli effetti sonori, sapientemente campionati.
Manca però una certa… "profondità"
sonora. In poche parole, non si ha la sensazione di trovarsi in
un ambiente reale come invece accadeva in Fallout 3 o in New Vegas,
poiché in Dragon Age 2 mancano (o sono troppo bassi…
io non li sento) alcuni suoni di contorno, apparentemente poco
importanti, ma che fanno la differenza. È vero che ci sono
il brusio della gente, ogni tanto un uccello in lontananza o il
rumore dei macchinari delle fonderie nella Kirkwall bassa, ma
non si avverte quella tridimensionalità a cui quei capolavori
del sonoro che sono F3 e NV mi avevano abituato.
I dialoghi tra personaggi sono tantissimi, recitati in modo eccellente
e tutti in inglese. Ogni tanto forse hanno un po' calcato la mano
con l'accento british, ma è una nota di colore che non
da fastidio in senso assoluto.
GIOCABILITÀ - 8.5
Il Flagello ha cancellato la vostra patria natale, siete in fuga
dai prole oscura con vostra madre ed i vostri fratelli e, nell'ordine,
vi imbattete in un Templare ferito (un ordine monastico guerriero
dedito al controllo dei maghi e della magia) con la sua moglie
guerriera, in un Ogre e, per finire, in un drago che è
anche una strega (o in una strega che è anche un drago?),
la quale vi aiuterà a completare la vostra fuga fino a
Kirkwall, città stato marittima nella quale i maghi (tale
è vostra sorella Bethany) vengono trattati come minacce,
visto il loro rapporto stretto con l'oscuro mondo demoniaco. Questo,
a grandi linee, l'incipit di Dragon Age. La sceneggiatura è
articolata e solida, ed offre molti bivi, ma il fatto davvero
singolare è che tutta la vicenda non si svolge "in
diretta", ma è raccontata dal nano Varric, il quale
ha il "brutto" vizio di arricchire le sue storie con
fatti e dettagli… inventati. Quindi, non saprete mai se
quello che state vivendo sono i fatti come si sono davvero svolti,
o se si tratta solo del punto di vista di Varric… a parte
alcune rare eccezioni, in cui le balle di Varric saranno così
esagerate che la donna che lo sta interrogando gli chiederà
di raccontare nuovamente quella parte per come si è davvero
svolta. Geniale.
Però, sapete che il fantasy non mi esalta. Di solito, in
questo genere, gioco personaggi guerrieri dotati di enormi spade
spaccaculo, puntando sulla forza fisica e niente altro, visto
che non mi sento affine ne alla magia ne, tantomeno, ai modi furbetti
dei ladri.
In DA2 potrete scegliere se il vostro/la vostra Hawke debba essere
guerriero, ladro o mago. Potrà essere esclusivamente umana,
però.
La scelta della classe di appartenenza condiziona sia –
in parte – lo svolgersi della trama, sia naturalmente il
modo in cui affronterete le battaglie.
Combattimenti che affronterete con un party di 4 elementi: oltre
ad Hawke, avrete a disposizione 3 seguaci dei quali potrete anche
prendere il controllo diretto, ma che in generale agiranno in
base alla tattica che avrete stabilito per loro tramite l'apposito
menu.
I combattimenti di Dragon Age 2 sono eventi scriptati (quindi
niente respawn dei nemici per far crescere i personaggi a piacimento)
e, secondo il mio giudizio, sono la parte meno interessante del
gioco. La meccanica delle battaglie è complessa ed articolata
nelle intenzioni dei programmatori, ma estremamente semplice e
monotona nei fatti. All'attacco base, che avviene tramite la pressione
del tasto A, si accompagnano varie abilità che possono
essere apprese tramite level up del personaggio, e che si attivano
con la pressione degli altri 3 tasti colorati e che consumano
mana/volontà; tali abilità possono essere attacchi
potenti oppure capacità particolari, come magie o bombe.
Per quanto il manuale di gioco ci tenga a porre l'accento sulla
tattica e sul comando dell'intero party, vi accorgerete presto
che l'unica vera tattica possibile è evitare che i compagni
muoiano ordinando loro di spostarsi quando sono circondati dai
nemici, e curandoli quando necessario.
Per il resto, è tutto un pigiare furiosamente il tasto
dell'attacco base intervallandolo con le altre abilità
quando il livello di mana ce lo consente.
Infatti, pur essendo gli scontri in tempo reale, non è
possibile effettuare parate, cosa che rende la battaglia molto
freenetica; inoltre la natura delle aree di gioco, che sono "a
corridoio" come in un action-adventure e non aperte come
in un rpg Bethesda, cancella praticamente ogni elemento tattico
dallo scontro, tanto più che – di solito, ma le eccezioni
esistono – vi troverete circondati da orde di nemici e non
esisterà vantaggio alcuno nel posizionare gli elementi
del party diversamente da come li controlla l'IA. Non si può
insomma scegliere da che parte attaccare il nemico, se circondarlo
dividendo in due il party o se – addirittura – evitare
il combattimento. L'inevitabilità dell'avvenimento battaglia
e delle sue modalità vi lasceranno spesso un po' così.
Non arrivo a dire che le battaglie di Dragon Age 2 non siano divertenti
o addirittura che siano fastidiose, ma un po' più di profondità
non avrebbe assolutamente guastato. Considerando poi che, a causa
dell'impostazione dell'area di gioco, la fase esplorativa (a mio
avviso una delle più importanti per un RPG) praticamente
non esiste – i contenitori di oggetti sono segnalati da
un brilluccichio, e quindi non dovete nemmeno sforzarvi per trovarli
– sembrerebbe che in DA2 resti poco da fare.
Per fortuna però, esiste qualcosa che rende questo titolo
qualcosa che vale la pena giocare. E sono le numerosissime fasi
di dialogo. Presto vi accorgerete che non sono le battaglie, ma
i dialoghi ad essere veramente centrali in DA2, a costituirne
il fulcro e anche l'unica cosa che davvero lo eleva ad un livello
superiore di coinvolgimento. In queste scene recitate dai personaggi,
il gioco ci mette a disposizione scelte multiple e sta a noi scegliere
qual'è la risposta più adatta ad una determinata
domanda o situazione. Di solito le scelte si dividono tra una
risposta diplomatica, una ironica, ed una perentoria che tende
a tagliar corto sulle chiacchiere. Diventa immediatamente chiaro
in quali situazioni è possibile creare uno snodo nella
trama, e sarà a volte divertente sperimentare le varie
scelte per vedere cosa succede.
Se si considera poi che è necessario curare i rapporti
con i nostri seguaci, i quali reagiranno accrescendo la simpatia
o la rivalità nei nostri confronti in base alle nostre
scelte (fino ad arrivare al punto da costruire con uno di essi
una vera storia d'amore), ecco che si può intuire quanto
possono essere importanti ed appaganti questi dialoghi. Il voto
dato alla giocabilità è interamente dovuto a questi
dialoghi.
I compagni del party, poi, meritano una menzione per quanto i
loro caratteri sono curati ed approfonditi. Facile è farsi
amico il nano Varric, il narratore della vicenda, la cui simpatia
e furbizia sono irresistibili; facile è amare l'adorabile
e giovane elfa Merrill, candida e pura nei suoi commenti sulla
grande città tanto quanto sensibile, curiosa ed intraprendente;
altrettanto facile è trovare antipatica Aveline (la moglie
del Templare di cui all'inizio), pedante e tormentosa quanto coraggiosa
ed affidabile. Più "complessi" i rapporti con
la sorella Bethany, con il tormentato mago Anders, con il rompino
fratello Carver, con l'ombroso elfo Fenris e con la gnocchissima
quanto infida piratessa Isabela.
Insomma, a mio parere Dragon Age 2 si gioca per i dialoghi e per
i rapporti coi personaggi; il resto – per quanto la sceneggiatura
sia ottima – è assolutamente nella media.
Last but not least, la mappa di gioco. Sarà che sono abituato
ai titoli Bethesda, ma nel mondo di Dragon Age mi sento stretto.
Al di la del fatto che è possibile vedere solo la città
di Kirkwall e le sue immediate vicinanze, dovete sapere che ci
si sposta per la mappa scegliendo le aree tra quelle disponibili
in modo arbitrario. Cioè, non si viaggia lungo le strade
dal punto A al punto B o, al limite, utilizzando uno spostamento
veloce che richiede tot tempo; per muoversi basta imboccare una
qualsiasi uscita di un'area per trovarsi nel menu mappa e scegliere
la destinazione successiva tra quelle disponibili, e se di giorno
o di notte. Lo trovo limitante, per un RPG.
LONGEVITÀ - 7.5
Gli snodi della trama sono molti, sarà difficile che due
partite possano risultare simili, se farete scelte differenti.
Tuttavia mi chiedo quanti, tra i normali giocatori, sono disposti
a forzare le loro scelte per andare a vedere "cosa succede
se". Io ho un rapporto piuttosto viscerale con gli RPG: faccio
scelte istintive e tendo a vivere l'avventura che offrono come
più mi soddisfa e come più mi corrisponde. Per esempio,
ben difficilmente mi diverte scegliere di far morire degli innocenti
piuttosto che cercare di salvarli.
Per quelli come me, DA2 garantisce 40/60 ore di crescente coinvolgimento
(dipende da quanto siete veloci nel giocare) che onestamente non
sono poi così tante per un RPG (New Vegas, non lunghissimo,
mi ha impegnato per quasi 140 ore, senza considerare le oltre
200 di Oblivion o le oltre 300 ore di Fallout 3). Ma difficilmente
desidererete ripetere l'esperienza, almeno non nell'immediato.
Se siete invece dei divoratori di storie, e morite dalla voglia
di esplorare ogni snodo narrativo possibile, allora moltiplicate
quelle ore almeno per tre, visto che senza dubbio desidererete
quantomeno di sperimentare tutti e tre i tipi di personaggio.
Secondo me la mancanza di una componente esplorativa e la piattezza
degli scontri limitano la longevità di questo gioco, perchè
non è possibile mancare una location o un oggetto ben nascosto.
Bisogna rassegnarsi al fatto che DA2, per quanto coinvolgente
grazie alla sua sceneggiatura ed ai suoi dialoghi, non è
affatto un mondo aperto. Basti pensare che non esiste lo scorrere
del tempo: il giorno o la notte sono una scelta che potete fare
sulla mappa al momento di entrare nella location, e niente altro;
non esistono leggi, perchè se ammazzo qualcuno o se prendo
un oggetto da un forziere in una casa nessuno fa una piega; se
c'è una battaglia in un luogo dove ci sono comparse –
siano essi civili o guardie – queste restano fisse a fare
quello che facevano, come se lo scontro che sta infuriando attorno
a loro nemmeno esistesse. Ci sono molti snodi nella trama, è
vero, ma sono tutti in qualche modo scriptati: sono scambi su
una linea ferroviaria dalla quale non si può uscire, nemmeno
volendolo. La sensazione insomma è più quella di
stare affrontando un action adventure, che non un vero e proprio
gioco di ruolo.
Se qualcuno – spero tanto in Skyrim… – realizzasse
un RPG con la libertà d'azione, il mondo aperto e la qualità
dell'esplorazione di un titolo Bethesda, uniti alla cura per i
personaggi ed ai dialoghi di un Bioware, avremmo il titolo definitivo.
Signori programmatori, al lavoro. |