-
ACE COMBAT 6:
FIRES OF LIBERATION (Xbox360) -
RECENSIONE
SENZA SPOILER
Ultimo
nato della popolare serie Ace Combat (che affonda le sue radici
al 1996 con il quasi dimenticato Air Combat su PSX), Fires
of Liberation è il primo episodio di questo eccellente
shoot'em up ad essere stato programmato per le console next generation.
Uscito in esclusiva per Xbox360 alla fine del 2007, Ace Combat
6 (trattasi in realtà dell'8° incarnazione, contando
anche il titolo uscito per PSP) era molto atteso dai fan della
serie, quale io sono.
Ed anche se la serie ci aveva abituati ad un più o meno
costante crescendo qualitativo con ogni episodio, purtroppo va
detto che questa volta le aspettative sono state disilluse, almeno
in parte.
Ma andiamo con ordine.
PRIMO IMPATTO
Di primo acchito il gioco si presenta alla grande, con gli abituali
menu in stile "avionico" di aspetto scarno ma molto
elegante.
Tra le modalità di gioco – oltre alla classica campagna
in singolo ed al tutorial – si nota immediatamente che la
modalità "Arcade" (presente in alcuni dei predecessori)
è stata sostituita dalla prevedibile modalità on
line.
Partendo subito con la campagna singola – affrontabile a
4 livelli di difficoltà – un filmato in tempo reale
piuttosto lunghetto ci introduce alla trama: l'Estovakia attacca
la capitale dell'Emmeria – che si chiama Mariagrazia, e
non scherzo – senza un motivo preciso (da sempre Ace Combat
è ambientato in una sorta di "terra alternativa"
con una diversa geografia e nazioni fittizie, ma comunque più
o meno corrispondenti ai reali USA, URSS e varie nazioni europee),
quindi vediamo come la tranquilla vita della bionda mugliera e
della bionda figliola di un pilota dell'aeronautica venga simpaticamente
sconvolta dalla terribile guerra... e insomma via tutti allegramente
a spararsi addosso l'uno con l'altro con le penne BiC e le palline
di carta (sono sempre in guerra questi simpaticoni di Ace Combat).
Appena terminata l'introduzione (esteticamente sontuosa e realizzata
con la grafica del gioco) si viene catapultati nell'azione, senza
alcuna preparazione. Impersoniamo il solito pilota senza paura
e senza volto (sappiamo solo che il suo nome di battaglia è
Talisman), e ci viene subito appioppato il solito wingman coraggioso
ma con struggenti ferite nel cuore (questo qui è in ansia
per la moglie e la figlia... ma se state pensando che sia lui
il marito della bionda di cui all'inizio no, non è lui,
non c'entra).
Immediatamente ci si accorge di quanto la grafica sia assurdamente
bella: gli aerei sono riprodotti con assoluta perfezione in ogni
dettaglio, i giochi di luce sono magnifici, il paesaggio ricco
e profondo e tutto viaggia a 60fps costanti e senza rallentamenti,
anche se su schermo ci sono seicentomila aerei.
Ma altrettanto immediatamente ci si rende conto di quanto la difficoltà
di gioco sia alta anche al livello medio, e chi – anche
tra i giocatori esperti di Ace Combat – non si sia preoccupato
di dedicare qualche minuto al tutorial, probabilmente necessiterà
di alcuni tentativi prima di riuscire a completare la prima missione.
Non è tanto il pilotare l'aereo ad essere difficile (da
sempre Ace tende ad essere più arcade che simulativo),
quanto il riuscire a gestire tutto quello che accade sullo schermo.
GIOCO AMMUFFITO
La struttura base del gameplay è quella abituale della
serie, e sostanzialmente si tratta di sparare a tutto quello che
si muove. In questo Fires of Liberation però quei
mattachioni della Namco hanno fatto un po' di pasticci.
Se infatti da un lato sono state introdotte alcune piccole novità
interessanti – come una telecamera che inquadra i bersagli
agganciati, che ci permette di capire con quale angolo stiamo
attaccando e quindi aiuta a decidere quando è il momento
giusto per sparare – dall'altro si ha la triste sensazione
di avere per le mani una minestra riscaldata, nella quale il cameriere
ha anche sputato.
La campagna singola si trascina stancamente lungo 15 missioni,
che non solo sono poche (Ace 5 ne prevedeva 27 più le varianti
per un totale di non meno di trenta, ed Ace Zero circa venti),
ma che sono anche una più piatta dell'altra e ripetitive
al limite della sopportazione, senza che siano state previste
nemmeno le classiche variazioni sul tema di Ace Combat, come ad
esempio la missione fotografica di Ace 5.
Tutte le missioni che affronteremo (a parte un paio) prevedono
sia bersagli aerei che terrestri (soprattutto terrestri...), quindi
non ci si trova MAI a bordo dell'aereo giusto: se si prende un
attacker saremo penalizzati nell'Aria/Aria, se si prende un fighter
saremo penalizzati nell'Aria/Terra. Il che è come dire
che un aereo vale l'altro.
Non solo noia, ma anche caos: forse quelli della Namco si sono
fatti prendere la mano dalla potenza della console, perchè
in ogni missione sono presenti letteralmente sciami di nemici
(aerei, carri armati, torrette, navi, elicotteri, locuste, cani
e gatti che vivono insieme, masse isteriche, i Tokyo Hotel, l'intera
tifoseria del Catania, ecc), in una quantità che non si
era mai vista in nessuno dei predecessori. Questo significa che
quasi ogni missione prevede obiettivi multipli, e che se non si
vuole che uno o più degli obiettivi fallisca (sembra che
se ne fallisce più di uno, fallisce l'intera missione),
ci si deve dedicare esclusivamente e ansiosamente alla distruzione
dei bersagli obiettivo, quelli insomma che sul radar vengono segnalati
con la scritta "TGT" in rosso. Che di solito sono carri
armati, artiglieria o fortificazioni.
Se si "perde tempo" in qualunque altra cosa –
che può anche essere il semplice godersi un dogfight –
le probabilità che la missione fallisca sono altissime.
E girano le balle.
Tra una missione e l'altra assistiamo a dei LUNGHI filmati in
tempo reale che raccontano una trama senza spessore e senza mai
un sussulto, mancante di anche un singolo personaggio carismatico
(ah, quanta nostalgia per Chopper o Pixy...), o senza che il livello
di identificazione con il nostro alter-ego virtuale salga mai
oltre lo zero.
Dopo un po' diventa piuttosto frustrante non potersi realmente
godere il gioco (esiste un solo modo per giocare ad Ace 6, ed
è "in fretta e furia"), e la frustrazione può
diventare rabbia in considerazione del fatto che la durata media
delle missioni è di oltre 30 minuti (alcune anche 45),
e che dopo ogni missione – se si è interessati alla
trama... e di solito la prima volta che si gioca un titolo siamo
interessati alla trama – ci si deve sorbire qualche minuto
di de-briefing più qualche minuto di filmato di una tipa
bionda che si strugge per trovare la figlia, o di un nasone zoppo
con l'accento russo che si tira delle menate inutili... senza
poter salvare durante le missioni (ovviamente) e senza la possibilità
di poter rivedere il filmato in seguito, nel caso in cui decidessimo
di saltarlo per poter FINALMENTE salvare la partita.
In pratica: se volete giocare ad Ace 6 staccate il telefono, sprangate
porte e finestre, legate e imbavagliate la fidanzata (o la moglie
e i figli), uccidete la suocera, abbandonate il cane in autostrada
e pregate Dio, Allah, Buddah e Berlusconi perchè non ci
sia un black out, in modo da avere almeno un'ora libera, tranquilla
e senza imprevisti.
Se non riuscite a creare queste condizioni, non mettete nemmeno
il disco nella console, o andrete automaticamente in puzza.
Dulcis in fundo, il "cast" di aerei giocabili non è
mai stato così ridotto (sono solo una dozzina di aerei
reali più uno fictional), ed anche la scelta di quei pochi
che ci sono è alquanto discutibile, in quanto diversi di
essi sono "sovrapponibili" come capacità.
IL MIO REGNO PER UNA PARTITA ON-LINE
In quanto fan di Ace Combat, mi dispiace dover dire che non solo
in Ace 6 regnano la monotonia ed il caos, ma che sono state anche
inspiegabilmente abbandonate alcune piacevoli novità introdotte
con Ace 5 ed Ace Zero. Sarebbe infatti stato bello poter comandare
ancora una squadriglia di 4 aerei come in Ace 5... invece non
solo siamo tornati al singolo wingman, ma siamo anche ridiscesi
ai tristi livelli di "inutile stupidità artificiale"
che affliggevano i compagni di squadriglia negli Ace Combat più
vecchi. Il nostro collega è in buona sostanza inutile,
e non è possibile dargli degli ordini (tramite la pressione
del D-pad) che vadano oltre al classico "coprimi" o
"attacca il mio bersaglio"... che tradotto significa:
"coprimi" = "lascia pure che l'orda di nemici che
ho alle calcagna mi spari addosso, me la cavo da solo" e
"attacca il mio bersaglio" = "fai finta di aver
capito e fissami con sguardo bovino mentre attacco il mio bersaglio
da solo". Insomma, il motto di Ace 6 sembra essere "chi
fa da se, fa per tre".
La cosa stupisce, visto che già negli ultimi 2 episodi
usciti su PS2 non solo l'IA dello squadron era stata migliorata,
ma la loro utilità era stata resa più profonda tramite
comandi un po' più articolati.
Certo non era niente di eclatante, ma una regressione non me la
sarei mai aspettata.
Sarebbe anche stato bello potersi fare una reputazione a seconda
del nostro modo di giocare come in Ace Zero – nel quale
si poteva avere per esempio il rango di "Cavaliere"
se si tendeva a dedicarsi solo ai bersagli TGT, e se si risparmiavano
i nemici disarmati. Cosa che, inutile dirlo, aumentava esponenzialmente
il coinvolgimento e la libertà del giocatore.
E guardate che il fatto di non conoscere nome e volto di chi impersoniamo
non c'entra niente, visto che in Ace Combat è così
da sempre.
Per chiarire le idee anche a chi pensa di gradire le situazioni
caotiche, descriverò la missione tipo: scelto l'obiettivo
da cui partire tra 4 o 5 (non sperate di sceglierne uno e che
quello sia, come accadeva in passato... ve li dovete fare comunque
tutti) dopo pochi secondi di caricamento la partita inizia. Vi
attaccate ai postbruciatori per arrivare sull'obiettivo il prima
possibile, venite circondati da seimila aerei che vi sparano addosso
mentre cercate di eliminare una miriade di dannati carri armati
al suolo. Desiderereste impegnarvi in un dogfight ma no, dovete
sparare ai tank. Che divertimento.
Dopo oltre dieci minuti di giravolte, siete stati colpiti da diversi
missili perchè il wingman si gira i pollici.
Siete anche a corto di armi, quindi vi riattaccate ai postbruciatori
per poter raggiungere la linea di rifornimento (che riesce sempre
ad essere lontanissima da dove siete voi). Volate per tre minuti
in linea retta alla massima velocità. Rifornite. Volate
per altri tre minuti in linea retta per tornare nel caos, e venite
nuovamente circondati da seimila aerei, ai quali non potete permettervi
di dedicarvi perchè i TGT sono i carri armati. Eliminato
l'ultimo tank, ne compaiono altri 20. Nel frattempo però
siete danneggiati e a corto di missili, così vi riattaccate
ai postbruciatori per tornare al rifornimento, volate in linea
retta per tre minuti, rifornite. Decollate, volate in linea retta
per tre minuti, e via così...
Si ha insomma la netta sensazione che in Ace Combat 6 il gioco
in singolo sia stato pesantemente trascurato in favore della modalità
on-line (che prevede un tutti contro tutti, una battaglia a squadre
e delle missioni cooperative), cosa che a mio modesto parere è
assolutamente criticabile ed è, purtroppo, un difetto che
affligge diversi titoli per le console di ultima generazione.
BUCO NELL'ACQUA
Quindi, tirando le somme, Ace 6 presenta una grafica veramente
spettacolare (anche se, va detto, si possono notare dei cali verticali
nel livello di dettaglio del suolo di alcuni scenari) ed un sonoro
eccellente, che però vengono penalizzati da un gameplay
che non solo è ammuffito dagli anni senza che sia stato
fatto uno sforzo di rinnovamento (addirittura scartando le novità
apprezzabili già viste in passato), ma è anche afflitto
da un nuovo grosso problema: la dolorosa ripetitività delle
missioni, ognuna delle quali si svolge in una caotica freenesia
scarsamente comprensibile.
Sembra di ripetere la stessa missione per 15 volte (e qui si ringrazia
il fatto che le missioni siano poche... immaginatevi se fossero
state 40), tanto le cose da fare sono veramente sempre le stesse
e non si ha nemmeno modo di rendersi conto di trovarsi in uno
scenario diverso. Nelle ultime missioni poi ci si trova ad affrontare
una ormai mostruosa quantità di bersagli – volanti
e non – con l'allarme missile che trilla incessantemente
in un caos supremo di nemici e amici che si incrociano, combattono,
bestemmiano. La totale piattezza della trama non aiuta (una fiction
su Rai2 con Beppe Fiorello è più appassionante),
così come non aiuta il fatto che gli aerei giocabili, anche
se esteticamente perfetti, non sono realmente diversi l'uno dall'altro
e presto ci si accorge che (superato un certo livello) giocare
con questo o con quell'altro aereo non comporterà grosse
differenze.
Le missioni poi durano veramente troppo, e la loro durata è
amplificata da una "curva emozionale" sostanzialmente
piatta: come già detto il caos è costante, non esiste
il minimo elemento tattico e la fretta che il gioco ci impone
è tale che, a mio parere, non si ha il tempo di godersi
un titolo altrimenti molto valido. Chiaramente, inutile dirlo,
la voglia di ripetere le missioni è pressochè nulla
(personalmente non trovo nemmeno la voglia di completare l'ultima,
mostruosa missione), anche perchè la quantità di
unlockables che il gioco offre è minima, conseguentemente
la longevità è ai minimi storici per la serie di
Ace Combat. La longevità è sicuramente migliore
se nell'On-Line si riesce a creare un bel party, ma anche qui
temo che il ridotto parco velivoli disponibile possa essere deleterio
(anche perchè mettersi con un F-16 contro un Su-47 è
praticamente un suicidio, quindi alla fine gli aerei "competitivi"
che si scelgono son solo 3 o 4).
Un vero peccato.
Spero che – se e quando faranno un Ace Combat 7 –
si decidano a rinnovarsi un pochino, quantomeno rendendosi conto
di quanto di buono avevano già fatto in passato. Un Ace
Combat 5 con la grafica di Ace Combat 6 e la possibilità
di giocare on-line (magari potendo fare la campagna in cooperazione)
sarebbe una autentica killer application.
VOTI
Grafica ------> 9
Sonoro ------> 7.5
Giocabilità --> 6
Longevità ---> 4 (single player) 6,5 (on-line)
Globale -----> 6.5
|