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CLOVERFIELD -
RECENSIONE
SENZA SPOILER
Primo preambolo: come deve essere un film per essere definito
"bello"?
Lasciando da parte le caratteristiche "tecniche" (sceneggiatura,
regia, attori, musica, ecc), secondo me un film per essere davvero
bello deve essere godibile "all'infinito". Non deve
perdere di significato alla seconda visione, in pratica. Guerre
Stellari, Jurassic Park, Million Dollar Baby, Blues Brothers...
sono tutti film la cui godibilità – secondo me –
non diminuisce con il susseguirsi delle visioni: anche se li conosco
a memoria continuano a divertirmi e ad emozionarmi.
Perchè dico questo? Calma, ora ve lo spiego.
Il secondo preambolo contiene quello che secondo me è l'unico
vero difetto di Cloverfield: praticamente non può essere
visto una seconda volta.
Si, ho la certezza che quello che, visto la prima volta, appare
come un film coinvolgente, angosciante, pauroso, mozzafiato e
talmente ben realizzato da meritarsi un 9 in pagella... già
alla seconda visione si sgonfierà fino ad un misero "6
di stima".
Questo perchè la natura stessa di Cloverfield – il
modo in cui è costruito e girato – è una specie
di arma a doppio taglio.
Questo film la prima volta mi ha emozionato davvero: vi dico che
fino ad oggi ci sono state nella mia vita solo due pellicole in
grado di darmi il batticuore per l'angoscia.
Blair Witch Project e Signs.
Cloverfield è la terza esperienza di questo tipo.
Ma la seconda volta non è stato così.
Oltre, ovviamente, al fatto che so già cosa aspettarmi,
infatti alla seconda visione ha fatto capolino in tutto il suo
splendore il fattore "credibilità".
Nei film fantastici (cioè con elementi di fantasia) esiste
la possibilità per i registi di giocare la carta della
"sospensione della credibilità": in pratica contano
sul fatto di riuscire a coinvolgere lo spettatore al punto che
questo non si accorgerà di una scena inverosimile e la
accetterà come parte integrante della vincenda. Esempio
lampante di questa "teoria" è la scena finale
di Lo Squalo: sappiamo tutti che uno squalo non può
esplodere per colpa di una bombola d'aria compressa, eppure siamo
così avvinti dalla vicenda che quella scena non è
vista come una cavolata, ma come il giusto compimento del crescendo
narrativo.
In Cloverfield la "sospensione della credibilità"
viene chiesta allo spettatore sette, forse ottocento volte...
troppe.
E se alla prima visione del film si è così coinvolti
dall'inevitabile svolgersi degli eventi da riuscire a passare
sopra anche all'ennesima scena assurda è logico che, svanito
l'effetto "novità" della prima visione, non si
sarà più così tanto disposti a "sospendere
la credibilità" del film così tante volte.
Senza far spoiler, dico solo a chi ha visto il film di provare
a considerare quante volte i protagonisti di Cloverfield "portano
a casa la pellaccia" in situazioni al limite. Contatele.
E probabilmente mi darete ragione.
Un altro difetto di Cloverfield è che i personaggi sono
inconsistenti. A mio parere (e sottolineo che è un mio
parere, non saltatemi in testa) sarebbe venuto un film ancora
migliore se ci avessero risparmiato un po' di menate di pseudo
approfondimento dei personaggi: insomma, se deve essere un documento
amatoriale, trovo che tentare di costruire una vicenda umana classica
con il montaggio sia quantomeno un controsenso.
Sarebbe stato meglio se, per esempio, il film fosse stato un collage
di diversi filmati amatoriali, girati da diverse persone... del
dramma umano classico secondo me in questo film non doveva esserci
traccia.
Dovevano avere il coraggio di andare fino in fondo e di fare davvero
un film "senza sceneggiatura".
Detto questo, comunque sottolineo di nuovo che Cloverfield è
un film impressionante. Fatto da Dio (anche se non sembra) e che
inchioda alla poltrona per davvero. Almeno la prima volta che
lo vedete...
Voti? Beh, come "esperienza cinematografica usa e getta"
gli darei un 9; come film strettamente inteso, credo che non possa
andare oltre il 6,5.
PS: mi ha ricordato parecchio Evangelion... avete presente l'attacco
del 3° angelo nel primo episodio? Ecco.
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